In Italia si spende meno che nel resto d’Europa per la protezione sociale dei gruppi di popolazione italiana deboli (persone con disabilità, famiglie e infanzia, esclusione sociale, abitazione). E’ quanto certifica l’Istat in un’audizione davanti alle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera sul ddl delega sulla povertà.
La quota di spesa pubblica ad essi destinata sul totale della spesa sociale è di circa 10 punti inferiore a quelle di Francia e Germania e alla media Ue a 28, ha affermato Cristina Freguja, Direttore centrale delle statistiche socio-economiche dell’Istat precisando che si tratta di dati del 2013: solo ”una percentuale assai residuale” della spesa per la protezione sociale, ”lo 0,7%, è impegnata specificamente per politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Si tratta di un valore che è inferiore di oltre la metà rispetto alla quota riferibile alla media Ue a 28 (pari all’1,9%)”.
In Italia, in compenso, il governo Renzi ha fatto esplodere la spesa per mantenere (vitto, alloggio e denaro contante regalato) i migranti ”richiedenti asilo” arrivata nel 2015 a superare i 4 miliardi di euro a cui si aggiunge il miliardo e mezzo già speso in questi primi mesi del 2016. I poveri e disperati italiani possono attendere, i migranti per Renzi no.
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