Maurizio sente di aver
toccato il fondo, ma scrivere lo aiuta a guardare in faccia il problema, e ad
affrontarlo. È il primo passo. Da lì in poi il sostegno della famiglia sarà
fondamentale. Insieme hanno la forza di resistere, il coraggio di non
esplodere. «La nostra grande forze è restare sempre uniti.
Nei momenti peggiori, la forza più grande l’ho attinta dalla mia famiglia,
guardando i miei figli, cercando di reagire per loro».
Maurizio ce
l’ha fatta. Dopo un lungo cammino è riuscito a trovare lavoro come
ragioniere, e non ha più abbandonato la preziosa
compagnia della scrittura. Il suo secondo libro, “Io sono il nuovo povero”, anch’esso pubblicato per la nostra
casa editrice, racconta cosa sarebbe successo se Maurizio De Vito non si fosse
mai rialzato. Dalle sue pagine emerge una nuova figura nata con la crisi
economica. Non più il senza tetto con la barba lunga, che chiede le elemosina e
dorme avvolto nei cartoni, ma la povertà ben vestita e
dignitosa – e per questo ancor più difficile da sopportare – di chi è
costretto a fare finta che sia tutto come prima, anche se la
spesa la fai coi centesimi contati e stanno per staccarti gas e luce.
L’eco dei suoi scritti è arrivato fino a Radio Vaticana. Anche
qui, Maurizio si è aperto senza riserve, raccontando la sua disperazione e la
sua ripresa. E proprio grazie alla Radio scopriamo un ulteriore aspetto della
sua personale rinascita, che è arrivata con «la
consapevolezza di avere una grande forza interiore, […] tolta dalle macerie
della sofferenza. Questa forza interiore è grande e viene dalla fede: da una
fede forse ritrovata, forse riscoperta, non lo so. [...] Non sono mai stato,
prima, il perfetto cattolico; però, a questo punto, in questo momento della mia
vita, ho incontrato la fede».
Carmine
De Vita
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