sabato 20 febbraio 2016

IO SONO IL NUOVO POVERO

sabato 12 novembre 2011


Intervista a Maurizio De Vito, autore di “Io sono il nuovo povero”, raccolta di poesie in prosa

a cura di Stefano di Stasio



Dalla poesia "Gli occhi del povero" contenuta nella raccolta di Maurizio De Vito:

Gli occhi del povero,
sono pieni di lacrime
che bagnano i cuori
sia per la gioia
che per il dolore,
e la speranza lo salva
dal buio della notte.
La notte,
che devo sconfiggere
tutti i giorni,
tenendo lontane,
le paure e le insicurezze
di un’esistenza
difficile, precaria, ingiusta…

      
1. Maurizio può descrivere come nasce "Io sono il nuovo povero"?

"Io sono il nuovo povero" è il seguito del mio primo libro autobiografico "Non smettere mai di sognare" dove io stesso mi riconosco in questa nuova figura sociale. A differenza del povero tradizionale che siamo abituati a vedere dormire sulle panchine dei parchi, con i panni sporchi e la barba lunga, egli lotta quotidianamente per arrivare a fine mese. Colui che ha il privilegio di non dormire sulle panchine , ma lo svantaggio di dover vivere affrontando da solo, nell’estraneità totale del mondo che lo circonda, il dramma e la sofferenza della sua condizione. Spesso, il nuovo povero è il vicino della porta accanto che facciamo finta di non vedere. La motivazione principale che mi ha spinto a scrivere il libro è stata la necessità di esternare le emozioni e i sentimenti repressi, frutto di una condizione di disagio notevole.


2. Lei esprime il concetto di viaggio nella quotidianità. Esistono delle abitudini, come quando siede sempre nello stesso posto in un treno di pendolari, ma ciò che rende diverso ogni giorno dai precedenti è la sua dimensione interiore, il suo animo che recepisce nuove emozioni. Secondo lei che ruolo hanno gli incontri con il prossimo, con i nostri simili in questo percorso personale?

La povertà e la nudità interiore ci vengono poste innanzi nelle situazioni di grande disagio. Allora, prendiamo coscienza della nostra fragilità e dei limiti che teniamo nascosti persino a noi stessi, per paura di incontrarli faccia a faccia. Impariamo a confidare in quel Dio che si è fatto povero per arricchire tutti noi con la sua povertà. In questo percorso dopo aver incontrato noi stessi , siamo pronti ad incontrare il prossimo. Ogni giorno un’emozione nuova, che ci fa vedere il mondo con gli occhi dell’umanità, dove il prossimo ci respira di fianco , come quando seduti in uno scomparto del treno veniamo tutti indistintamente illuminati dalla luce dello stesso cielo.


3. Ha scritto: Una fotografia / di ciò che gli occhi osservano, / la ragione elabora, / i sentimenti assimilano. Benvenuti nell’inferno. Ci può parlare dell’inferno che oggi è sotto gli occhi di tutti?

L’inferno è quando la mattina, come tutte le altre mattine ti suona la sveglia alle 6.30, tu ti alzi, prepari il caffè, ti affacci fuori la finestra per dare un’occhiata al tempo, poi ti accorgi che non devi andare a lavorare, prendendo coscienza che se va avanti così, oggi è uguale a domani e domani sarà uguale a dopodomani. L’inferno è quando nei crocicchi delle strade e delle metropolitane, la gente dorme avvolta dai cartoni senza dignità. L’inferno è l’immagine triste della miseria, che arriva al cervello e si riflette nel cuore dell’uomo, mentre l’automobile di lusso ci attraversa la strada senza nemmeno rallentare la sua frenetica corsa. L’inferno è un mondo che sta trascurando sempre più il sentimento della "Compassione", che nasce dall’empatia dell’immaginarsi al posto dell’altro, dal pensare che ciò che sta soffrendo lui potremmo patirlo anche noi.


4. L’impressione che si prova, leggendo "Io sono il nuovo povero" è quella di un laboratorio di studi sociali a cielo aperto. Nel libro si alternano scritti dal taglio poetico a fotografie e commenti. Questo formato di esposizione rappresenta un esperimento di comunicazione sociale. Qual è il ruolo delle tre modalità espressive, di scritto emozionale, di cronaca razionale, di immagine nella sua visione globale del mondo che la circonda?

Respirare la propri vita a pieni polmoni e poter aprire gli occhi ogni mattina per guardare tutto ciò che ci circonda nella semplicità più assoluta. Saperla descrivere con altrettanta semplicità senza però trascurarne i lati oscuri, quelli che la nostra società a volte cerca di nascondere. Allora dove non arriva la parola, deve arrivare l’immagine e, se anche quest’ultima non è sufficiente, proveremo con la poesia fino a toccarne il sentimento, emozionandoci sempre e comunque sia che siamo scrittori, poeti o solamente persone… come me.


5. Lei non si definisce né uno scrittore né un poeta, eppure, ammette di descrivere emozioni e cita come sottotitolo del suo lavoro "Raccolta di poesie in prosa". Dice anche che queste emozioni colorano la vita e alimentano le speranze. Là dove riusciamo a materializzare una prospettiva, anche remota, superiamo la paura di vivere. Possiamo parlare di un percorso di ribellione dello spirito nella sua opera?

È sicuramente una presa di coscienza, dove attraverso un percorso anche spirituale l’uomo raggiunge la sua rinascita scavando all’interno della propria anima, e ritrovando la forza di liberare tutte le sue capacità, passioni, talenti, che rimangono sepolti dalle macerie della sofferenza. Mi piace più definirla , almeno nel mio caso una rinascita dello spirito.


6. Qual è il legame fra la speranza, che lei auspica per i "nuovi poveri", e il valore della dignità che legittimamente dovrebbe essere parte del sentire dell’uomo?

Se non si riesce a dare dignità alle persone, allora non c’è futuro per la nostra società. La speranza di una vita dignitosa, oltre ad essere un augurio, vuole essere un messaggio forte al mondo intero, che concedendo troppo spazio alla globalizzazione economica e comunicativa trascura sempre più le vere priorità dell’essere umano. La speranza è la forza trainante della nostra vita ed è profondamente legata alla sua stessa dignità.


7. Le confesso con ammirazione personale che il vissuto che lei descrive assume a volte tratti di leggenda, di vero e proprio eroismo dei giorni nostri. Che cosa può raccomandare o comunicare un padre di due figli come lei ai figli distratti della nostra epoca di angosce?

Come ogni notte, mi alzo dal letto e rimbocco le coperte ai miei figli che dormono sereni, nonostante tutto, lasciando la loro stanza con una preghiera tra le labbra. Ho un profondo legame con le parole di questa poesia: "Gli occhi del povero", perché racchiude un momento di quella quotidianità che le dicevo pocanzi. Rappresenta un momento di forte preoccupazione dove un padre soffre in silenzio rivolgendosi con una preghiera verso un Dio che ascolta le sue preghiere. Le ascolta in un momento forte, in un silenzio assoluto, attraverso una finestra che si apre nel cielo infinito. I nostri figli hanno bisogno di adulti migliori, quelli che devono dare loro l’esempio giusto, quelli che devono raccontarsi di generazione in generazione senza creare il vuoto lasciandosi dietro i valori importanti della nostra esistenza. I nostri figli hanno il diritto e il dovere di comprendere il vero senso della vita.


Il libro di Maurizio De Vito è disponibile su:
http://ilmiolibro.kataweb.it/

 
© Intervista realizzata da Stefano di Stasio il 6 e 10 Novembre 2011. Pubblicata su:
http://paroleefotografie.blogspot.com/


Gli autori di raccolte di racconti e antologie fotografiche che fossero interessati a una recensione possono contattarmi all’indirizzo e-mail:

stefano.distasio1600@gmail.com

lunedì 15 febbraio 2016

REVERSIBILITA ' ADDIO : ORA IL GOVERNO FARA' CASSA SULLE VEDOVE

I politici ce l'hanno detto e ripetuto mille volte, nei programmi televisivi: "Lepensioni d'oro non si toccano! Non si tocca un diritto acquisito! Vergognatevi!" Vibravano di indignazione al pensiero che qualcuno osasse mettere in discussione i loro diritti, e i diritti di tanti loro compagni di merende, a godere di una "sudata" pensione da migliaia (e talvolta decine di migliaia) di euro al mese.
Ma se in Italia i diritti sono uguali per tutti, qualcuno è sempre più uguale di altri. E così oggi gli stessi politici della maggioranza sono prontissimi a mettere in discussione i diritti delle vedove dei cittadini "qualsiasi". Invocando (con la medesima indignazione) le sacre esigenze di bilancio, si apre con la massima nonchalance alla possibilità di trasformare il diritto acquisito alla reversibilitànella solita elargizione legata al reddito ISEE. Il risultato sarà quello che abbiamo già visto tante volte: anche il possesso di un mero pollaio in montagna trasformerà tante anziane in ricche possidenti, negando loro la pensione reversibile e quindi la sopravvivenza stessa. Lo stesso giochino è stato appena fatto agli invalidi con l'assegno di accompagno: che mettano a reddito il pollaio se necessitano di assistenza, questi mangiapane a ufo!
Il governo ora tuona che abbiamo capito male, che nessuno toccherà nulla alle vedove, e che il provvedimento semmai sarà valido solo per le pensioni future. Questo dovrebbe tranquillizzarci, ma ci preoccupa ancora di più: pensiamo ai tanti precari, a famiglie in cui un domani sarà già un miracolo una pensione da fame, e a cui sarà tolta anche la reversibilità ai superstiti.
Mentre gli anziani vengono rapinati dei loro risparmi da banche truffatrici, mentre si continua a negare il reddito di cittadinanza agli oltre 9 milioni di persone sotto la soglia di povertà, il pensatoio governativo produce l'ennesima norma punitiva verso i cittadini italiani. Ci chiediamo allora, non per la prima volta, da che parte stiano.
user-pic
 

venerdì 12 febbraio 2016

AMELIA ROSSELLI 12/02/1996

SUICIDIO DI UNA POETESSA

ROMA - Si è gettata dal quinto piano, nel cuore della Roma più bella, a pochi passi da piazza Navona. Il volto scavato, gli occhi chiarissimi e stralunati. Il volo di Amelia Rosselli s' è concluso in una chiostrina interna di via del Corallo, un luogo inaccessibile nei giorni di festa, soltanto dai negozi vi si può entrare. E ieri era domenica. Un lungo volo verso l' irraggiungibile. I vigili del fuoco hanno avuto difficoltà a recuperarne il corpo. Nata a Parigi nel 1930, Amelia era una poetessa, una potente voce della poesia. Il padre di Amelia si chiamava Carlo, Carlo Rosselli, il principale animatore e teorico di Giustizia Libertà. Suo zio si chiamava Nello. Morirono nel 1937, accoltellati a Parigi. Quasi sessant' anni più tardi Amelia s' è gettata nel vuoto, dalla sua mansarda silenziosa, accostando la sedia alla finestra della cucina. Il suo corpo ha sfiorato i rami di un albero. Da anni stava male, soffriva di disturbi mentali. Il suicidio era un pensiero ricorrente. "Soffriva di ossessioni persecutorie", racconta il cugino, Aldo Rosselli (figlio di Nello).

 "L' assassinio di mio padre e di suo padre la ferirono in profondità. Era una ragazzina. Rimarrà segnata da un incubo terribile, il timore che i servizi segreti la seguissero per ucciderla. Prorio tre giorni fa era uscita dalla casa di cura Villa Giuseppina in cui lei stessa si era fatta ricoverare per qualche tempo. Ieri le ho parlato, mi ha assicurato che stava molto meglio. Ero riuscito a strapparle la promessa che sarebbe venuta a cena da me". La poetessa era spesso ospite di un giro di amici, che tentavano di colmare la sua grande solitudine. Sensa successo. Quegli incubi dell' adolescenza continuavano a tormentarla. Ieri il sucidio è stato tenacemente inseguito per ben due volte. Prima ha tentato di buttarsi da un terrazzino interno dell' edificio, fuori della sua mansarda. Qualcuno le ha gridato di fermarsi, di tornare a casa. Amelia, docile, un po' stordita, ha obbedito. Poi la telefonata a un' amica cara, Giacinta del Gallo di Roccagiovine, alla quale confida il suo disagio, la sua disperazione. "Aspetta, stai calma. Vengo subito da te". Le parole non servono. Una corsa, l' arrivo in via del Corallo, una porta spalancata, una sedia appoggiata alla finestra. Giacinta racconta alla polizia che non era la prima volta che Amelia la chiamava per annunciarle il suicidio. La notizia della sua morte è stata accolta con commozione, ma senza sorpresa, negli ambienti letterari. "Sapevo che stata vivendo un momento particolarmente agitato", ha dichiarato il poeta Mario Luzi. "Io la conoscevo appena, ma avevo colto in lei una rara intensità. E generosità". Racconta Dacia Maraini: "Era una persona molto sola, costretta a vivere in un paese che purtroppo non ama i suoi figli. L' Italia corre dietro ai suonatori di piffero, ma non ha rispetto di personalità fragili e importanti come la Rosselli". Una vita appartata, senza frivolezza, atteggiamenti esteriori, consuetudine con la mondanità. "Una donna di cui certamente non si può dire che avesse avuto una vita facile", sostiene Enzo Siciliano. "La sua stessa poesia forse l' aveva fin troppo soggiogata e confinata anche da se stessa. Accade spesso che la poesia possa far torto alla persona del poeta: era questo il caso di Amelia".
Anche Siciliano critica quegli ambienti della cultura e dei mass media nei quali "la moneta cattiva scaccia quella buona. La sola consolazione è che la moneta buona non perde valore. La poesia della Rosselli rimane lì, non ce la toglie nessuno. Mentre altra robaccia, di cui si chiacchiera molto, forse non esiste nemmeno nel monemto in cui se ne parla". "In questa mia casa", disse una volta la poetessa, "c' è relativo silenzio. C' è poco rumore anche se tengo le finestre aperte. Quando l' isolamento è eccessivo, esco a far quattro passi". Ieri Amelia a quel silenzio non ha resistito.





giovedì 11 febbraio 2016

INCENDIO TURBOGAS DI APRILIA

Una centrale troppo vicina alle abitazioni, che incide su un ambiente già compromesso dalla presenza di centrali a rischio incidente rilevante e per lo smaltimento dei rifiuti. Anche Aprilia Possibile, dopo l’incendio che si è sviluppato questa mattina all’interno della centrale, interviene sul rischio di inquinamento ambientale. “L’incendio alla Centrale Turbogas di Campo di Carne- scrive il gruppo- riporta l’attenzione sulla pericolosità di questo impianto sia sul piano dell’impatto ambientale sia sul piano della sicurezza, anche se la centrale viene considerata di pubblica utilità e non soggetta alla Direttiva Seveso. La Turbogas è adiacente alla linea ferroviaria Fr8 Roma-Nettuno,alla strada regionale 207 Nettunense, molto vicina alle abitazioni e vicinissima (800 metri circa) ad un’azienda che produce pesticidi e facente parte delle quattro aziende soggette alla Direttiva Seveso a rischio incidente rilevante nel territorio del comune di Aprilia. Siamo sempre stati contrari alla realizzazione di questa centrale Turbogas, inserita in un territorio già ampiamente falcidiato da centrali e industrie altamente inquinanti. Ci chiediamo se venga fatto il massimo per monitorare i livelli d’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere della nostra città, visto anche l’aumento esponenziale di patologie tumorali negli ultimi anni; se vengono effettuati i dovuti controlli nelle aziende a rischio incidente rilevante e in tutte quelle aziende che pur non essendo soggette alla Direttiva Seveso sono pericolose e inquinanti ed infine se Aprilia è in grado di gestire un’emergenza a seguito di un incidente “rilevante” in una di queste aziende.”



NERVI : AZIENDA TEDESCA SMONTA GLI IMPIANTI DI NOTTE, DIPENDENTI LICENZIATI.





Genova – Sono arrivati all’alba con i tir e protetti da guardie armate hanno portato via gli impianti, in particolare gli stampi dei seggiolini per dentisti, core business della Kavo Promedi, azienda tedesca controllata dal gruppo Usa Dahaner, che ha la sua sede genovese in via del Commercio a Nervi.
“E’ stato un lavoratore stamani a lanciare l’allarme dopo aver visto i tir”, spiega il segretario della Fiom Bruno Manganaro.Gli operai, stamani, dopo minuti di tensione con le guardie, hanno avvertito la polizia che ha identificato gli uomini incaricati del trasloco dei macchinari – una ditta polacca – che avevano mandato da parte dell’azienda. Gli operai hanno continuato a presidiare il cancello dell’azienda.
Alla Kavo Promedi di Nervi lavorano 16 operai e altri 6 a tempo determinato. “Giovedì un nostro funzionario – spiega Manganaro – aveva avuto un incontro con l’amministratore dell’azienda e nessun accenno è stato fatto a quanto sarebbe accaduto. L’azienda non è in crisi, tanto che aveva assunto 6 persone per poter affrontare le commesse”. Nel pomeriggio alla Kavo sono arrivati sia l’assessore comunale allo sviluppo economico Emanuele Piazza che il collega della Regione Liguria Edoardo Rixi. A quanto pare le lettere di licenziamento sarebbero arrivate ai dipendenti nella giornata di lunedì.

lunedì 8 febbraio 2016

REDDITO DI CITTADINANZA : NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO




Il report pubblicato oggi dall'ISTAT sul reddito e le condizioni di vita in Italia per l'anno 2014, descrive un fenomeno, quello della povertà nel nostro Paese, che non deve essere sottovalutato.

Circa il 30% dei cittadini residenti in Italia sono a rischio di povertà o diesclusione sociale.
Altri dati, diffusi sempre dall'ISTAT indicano che il 12,6% degli individui e delle famiglie, anche se lo volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. Il 49,5% degli individui e delle famiglie non riuscirebbero nemmeno ad andare in vacanza per una settimana di ferie, senza dimenticare il 18% degli individui e famiglie che non riescono a riscaldare adeguatamente la propria abitazione per problemi economici.
I dati sul Mezzogiorno sono ancora più allarmanti. Secondo l'ISTAT, infatti, la metà dei residenti al Sud sono a rischio di povertà e di esclusione sociale, ovvero, il 45,6% della popolazione.

Questi dati, servono a far capire come sia cambiata la situazione delle famiglie italiane dove il 20% più ricco percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre il 20% più povero spetta solo il 7,7%.

Una cosa è chiara, se oggi il disegno di legge sul reddito di cittadinanza che propone il M5s da anni, fosse già legge, i dati pubblicati dall'ISTAT sarebbero molto diversi.
E' stato, infatti, sempre l' ISTAT tramite la relazione che ha depositato in Senato lo scorso mese di giugno, a certificare che il disegno di legge del M5s serve ad azzerare la povertà in Italia in tutte le ripartizioni geografiche, incidendo sulle sue forme più gravi.
Il governo attuale, però, nonostante gli slogan, continua a dimostrare di non avere a cuore il problema della povertà che coinvolge il nostro Paese in maniera massiccia.

Il governo apra gli occhi. La povertà non è nè scherzo, nè uno slogan. Con la povertà non si gioca. Subito il Reddito di Cittadinanza!


IMPIEGHERAI 47 SECONDI A LEGGERE QUESTA STORIA, MA POI LA TUA VITA CAMBIERA'



Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale.A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza. 
L’altro uomo doveva restare sempre sdraiato. 
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori alla finestra.
L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
Le anatre e i cigni giocavano nell’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.
Sebbene l’altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla.
Con gli occhi della sua mente così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.
Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
L’uomo chiese all’infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.
L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.
“Forse, voleva farle coraggio.” disse.
Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.
L’ origine di questa storia è sconosciuta ma tu falla conoscere a più persone possibile

sabato 6 febbraio 2016

ARISTOTELE DICEVA...


I 16 LIBRI CHE GLI ASPIRANTI SCRITTORI DEVONO LEGGERE SECONDO ERNEST HEMINGWAY


19 gennaio 2016

È il 1934 e un giovane aspirante scrittore decide che i consigli migliori per diventare ciò che vuole diventare glieli può dare solo Ernest Hemingway in persona.
Il suo eroe vive un po’ lontano ma lui non si perderà d’animo e comincerà il suo viaggio: dal Minnesota, in autostop, arriverà fino a Key West. Lì suonerà alla porta e sarà proprio l’autore di Addio alle armi ad aprirgli. Il giovane si chiama Arnold Samuelson, è figlio di immigrati norvegesi, i suoi fanno i contadini.

I due diventano amici. Hemingway lo porta a pesca.
 E chissà, forse proprio sulla barca gli dice che, per diventare uno scrittore, deve educare se stessoE per educarsi l’unica cosa da fare è leggere. Gli regala una lista di romanzi imprescindibili, “qualcuno potrebbe annoiarti”, gli dice, “qualcun altro invece di ti darà ispirazione e soprattutto ti aiuterà quando ti sembrerà di aver perso le speranze”.
104


Inoltre, gli dà anche consigli concreti. Gli dice che, per prima cosa, sì bisogna scrivere, ma non scrivere troppo. “Lasciane un po’ per il giorno dopo, una delle cose fondamentali è capire quando bisogna smettere“. Hemingway ribadisce anche l’importanza della riscrittura: “Ho riscritto Addio alle armicinque volte, la prima stesura non è mai buona”.
EH3541P  Kenya, 1953 Ernest Hemingway on Safari. Photograph by Earl Theisen for LOOK Magazine, in the John Fitzgerald Kennedy Library, Boston.
I romanzi sono questi, quanti ne hai letti? 
L’albergo azzurro di Stephen Crane
La scialuppa di Stephen Crane
Madame Bovary di Gustave Flaubert
Gente di Dublino di James Joyce
Il rosso e il nero di Stendhal
Schiavo d’amore di W. Somerset Maugham
Anna Karenina di Lev Tolstoj
Guerra e Pace di Lev Tolstoj
Buddenbrooks di Thomas Mann
Hail and Farewell di George Moore
I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
La stanza enorme di E.E. Cummings
Cime tempestose di Emily Brontë
Un mondo lontano di W.H. Hudson
L’americano di Henry James
Hemingway-Reading-List-e1369330871727


venerdì 5 febbraio 2016

LA BENZINA SENZA ACCISE...


Senza l’esoso intervento del fisco, la benzina potrebbe costare quasi il 70% in meno rispetto ai prezzi oggi praticati al distributore. E il calo del barile aiuta sì, ma non come previsto, dato che accise e tasse sono sempre in progressivo aumento. Una vera e propria stangata che colpisce automobilisti,trasportatori e aziende correlate, ma che riverbera i propri effetti deleteri e perversi lungo tutte le filiere produttive: perché non ce n’è una che possa dirsi del tutto sganciata dai valori di verde e gasolio.
Nessuna novità, ma quando dal sentire comune si passa ai numeri il colpo è sempre difficile da parare. Soprattutto se l’Italia può perfino godere di uno dei prezzi industriali più bassi (14° su 19) di tutta Europa. “La fase ribassista del prezzo del petrolio riduce i costi di trasporto delle imprese, accompagnando la ripresa in corso: all’11 gennaio 2016 il costo del gasolio per una impresa manifatturiera, al netto dell’Iva, è di 1,022 euro/litro”, spiegano da Confartigianato, evidenziando il contributo cruciale del prezzo del greggio a quel poco di ripresa in atto. C’è un però: “La pressione del fisco attenua la ricaduta del ribasso”, dato che – spiegano sempre dall’associazione degli artigiani – l’Italia si colloca “al 2° posto del prezzo comprensivo di accisa, la più alta dell’Eurozona; infine il prezzo al consumo, comprensivo di Iva, in Italia è il più alto dell’Uem, dato che l’Italia è al 2° posto in Eurozona per prelievo dell’Iva”. La situazione diventa ancora più paradossale se il carburante è per uso privato: in questo caso siamo saldamente in testa con un non invidiabile primato.

giovedì 4 febbraio 2016

"LA MEDICINA E" FALSA"


Il terrificante sfogo di un Medico Italiano: “La medicina è falsa ed è solo uno strumento di potere delle Multinazionali della Salute. Non cura le malattie, ma sposta i sintomi generando nuove malattie!”


Il dottor Giuseppe De Pace ha pubblicato una lettera aperta dove ha espresso una sua denuncia, basandosi su situazioni vissute in prima persona. 
La Medicina Ufficiale è falsa ed è solo uno strumento di potere delle Multinazionali della Salute. Essa è incapace di curare le malattie, al massimo lenisce i sintomi apparenti spostandoli su altri organi e generando nuove malattie, che portano il paziente a un circolo vizioso didipendenza dal sistema sanitario. Giuseppe è un chirurgo ortopedico con vent’anni d’esperienza, di cui quindici in ospedale. Lo sfogo nasce dall’aver visto morire un bambino di undici anni, affetto dalinfoma non-Hogkin, in seguito a una terapia che prevedeva la chemio. La letteratura internazionale parla di sopravvivenza dell’80% con i nuovi protocolli chemioterapici. Notizia molto confortante anche per me che vivevo per la prima volta da vicino questa esperienza. L’equivoco nasce dal fatto che se il paziente muore dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc provocai chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma! La medicina di oggi vede il corpo umano come un sistema biochimico, dove a ogni causa segue una conseguenza (il sintomo). Il farmaco serve quindi ad eliminare il sintomo, senza tuttavia risalire alla causa. Il concetto di salute non è la non-malattia, come ritiene la medicina ufficiale, ma è un perfetto equilibrio tra mente e corpo. Dunque, il corpo rimane malato, ma la malattia si sposta altrove. La chemioterapia, ad esempio, colpisce il DNA delle cellule che si dividono rapidamente, ovvero quelle cancerogene ma non solo! Anche quelle del nostroSistema Immunitario si dividono velocemente, distruggendo così anche l’unica cosa che può salvarci la vita! Inoltre la chemioterapia non può distruggere il 100% delle cellule cancerogene, ma dal 60% all’80%, il “resto” del lavoro è svolto dal nostro sistema immunitario. Sapevate che secondo il Journal of the American Medical Association, le malattie iatrogene (le malattie dovute a terapie mediche) sono al terzo posto tra le cause di morte negli Stati Uniti ?! Più di 120.000 persone muoiono ogni anno a causa dei famosi Effetti Collaterali dei medicinali. Ecco una spiegazione sugli effetti collaterali del ricercatore Bruce Lipton: Ogni sostanza che immettiamo nel nostro corpo interagisce con determinate proteine funzionali, le quali possono determinare le funzioni di organi o distretti completamente diversi tra loro. Se prendiamo ad esempio una pastiglia per il cuore, i suoi principi attivi possono interagire anche con il sistema nervoso centrale. Questo accade proprio perché la medicina ufficiale agisce a livello biochimico e non a livello biofisico. Il dottore Giuseppe De Pace ha abbandonando la medicina ufficiale per poi testare su se stesso un approccio Olistico. E’ così guarito da alcune patologie croniche, semplicemente riequilibrando il proprio sistema energetico:Sono stato operato un anno fa di lobectomia tiroidea per ipertiroidismo e condannato, come d’altronde è la regola, a prendere l’Eutirox a vita. Nonostante seguissi scrupolosamente le indicazioni datemi, continuavo a soffrire di dolori muscolari agli arti e di astenia. Ho deciso di cambiare completamente la mia alimentazione (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti), ho eliminato completamente l’Eutirox e gli altri medicinali, rivolgendomi alle sostanze naturali. Il risultato è stato la scomparsa dei dolori muscolari e la normalizzazione dei valori ematici non solo tiroidei. Fonte: http://www.respiriamoverde.com/blog/2014/02/23/medicina-non-cura-ma-sposta-sintomi-lo-sfogo-di-un-medico-italiano/

Post in evidenza

UN LIBRO IN CERCA DI EDITORE

ROMANZO SCACCO MATTO                                                                                                 MAURIZIO DE VITO ...